“Antonia è una donatrice di lunga data di AIRC e, dopo aver scelto di sostenere una borsa di studio, ha deciso anche di disporre un lascito. “È un modo per far proseguire il mio impegno nelle cose in cui credo”
“Perché l’ho fatto? Mi sembra un gesto del tutto normale. O, quanto meno, logico.” Antonia risponde con disarmante semplicità quando le chiediamo perché ha scelto di disporre un lascito solidale in favore di AIRC e di altre organizzazioni non profit.
Si definisce “un’ottuagenaria con una lunga storia di vita e tante esperienze”, è stata per un trentennio professoressa di lettere nella periferia milanese. Dopo la pensione ha rafforzato il suo impegno nel sociale: “Ho seguito una tradizione di famiglia, come prima di me avevano fatto mio padre, mio nonno e il mio bisnonno: 25 anni fa mi sono messa a disposizione dell’Accademia dei Filodrammatici a Milano, una delle più antiche scuole di arte drammatica in Europa, che ha tra le sue caratteristiche l’essere rimasta gratuita dalla fondazione – 225 anni fa – fino ai giorni nostri” racconta.
Il rapporto con AIRC è cominciato ancora prima, a fine anni Settanta, quando Antonia ha iniziato a donare con regolarità in favore della ricerca sul cancro. “Mia madre era già donatrice. Non ricordo come sono cominciate le mie donazioni. Però ricordo che a quei tempi il cancro si conosceva poco ed era una malattia che aveva un gran bisogno di essere studiata. AIRC, dal canto suo, mi sembrava un’organizzazione molto affidabile” dice.
Più di recente Antonia ha rafforzato il suo impegno a favore della ricerca scientifica, sostenendo una borsa di studio che ha permesso a una giovane ricercatrice di approfondire la ricerca sulla leucemia linfatica cronica. “La decisione è nata leggendo la rivista di AIRC, e vedendo l’entusiasmo di questi giovani ricercatori.” Non è però l’unica ragione, confida Antonia: “Un’altra molla che mi ha spinto è stata la perdita, a causa di un tumore al polmone, di una persona a me molto cara. Una persona buona e veramente speciale”.
Antonia è convinta sostenitrice del terzo settore: “In una società come quella in cui viviamo, vedere il loro operato ti fa respirare” sostiene. Ed è anche per questo che qualche anno fa ha deciso di disporre un lascito in favore di alcune delle cause in cui crede.
È una scelta che ha preso in autonomia, ma di cui ha reso partecipi il marito e il figlio. “Sono molto fortunata perché sono circondata da persone che hanno capito la mia decisione, senza mai fare obiezioni, anzi, dimostrandosi sempre molto favorevoli” afferma. “Una scelta che rappresenta un modo di far proseguire, in qualche modo, il mio sostegno alle cose in cui credo” conclude.