Gli uomini e le donne sono capaci di imprese incredibili

Franca ha disposto un lascito per AIRC e ha scelto di raccontarci la sua storia

Una voce squillante che mette subito allegria. Ma ad ascoltare Franca si accorge presto che ne ha passate tante. Franca ha 67 anni e ha deciso di disporre un lascito in favore di Fondazione AIRC.

“Semplicemente, una mattina mi sono messa in contatto con AIRC” racconta. Quella di Franca, però, è una scelta tutt’altro che impulsiva. “È una decisione che ho maturato nel tempo, quasi senza accorgermene, e che a un certo punto si è concretizzata, come una pera che cade dall’albero quando è matura” dice Franca ripercorrendo le ragion della sua scelta. “Penso che la decisione sia stata di sicuro guidata dal mio rapporto speciale con le donne, con le loro battaglie, con i loro diritti.”

Ma ha avuto un grosso peso anche la sua lunga attività nell’assistenza domiciliare ai malati e alle persone non autosufficienti. “Non è un lavoro semplice. Si entra nelle case delle persone, dove si incontra tanta miseria e tanta sofferenza” racconta. “I primi giorni sono stati un trauma. Ma poi è scattato in me qualcosa: ho cominciato a trattare quelle persone come avrei trattato me stessa.”

È stato in questo contesto che Franca è entrata a contatto con il cancro.

“Forse è stato il confronto con il tumore al seno che ha cominciato a farmi riflettere: le colleghe che si sono ammalate, le molte donne anziane che non volevano essere svestite e lavate perché non volevano che si vedesse la cicatrice sul petto. Provavo una forte empatia con il loro dolore, forse perché ho pensato che potesse succedere anche a me.”

Molti altri episodi nella vita lavorativa di Franca hanno rafforzato la sua decisione di fare un lascito testamentario per la ricerca oncologica. “Ricordo una ragazza di 16 anni di origine marocchina con cancro al cervello. È stata un’esperienza devastante. La madre che pregava sul tappeto, il padre che andava avanti indietro senza una meta, i fratellini e le sorelline che non riuscivano a capire cosa stesse succedendo. E poi, il sorriso di quella ragazza, ogni giorno più pallido, sempre più spento” dice Franca.

“Ma ricordo anche colleghe a cui è stato diagnosticato un cancro e ce l’hanno fatta. Una di loro, in particolare: una giovane donna, bellissima. La malattia è stata presa in tempo e, nonostante fosse stato necessario asportare un seno – con tutto ciò che significa per una donna -, ho ancora nitido nella memoria il suo sorriso, la sua faccia radiosa perché l’aveva scampata” dice ancora Franca. Per questo, oggi, non ha dubbi nello scegliere di fare un lascito ad AIRC. “Gli uomini e le donne sono capaci di imprese incredibili, come salvare la vita a una donna con cancro al seno. AIRC può compiere queste imprese e quello che io posso fare, attraverso AIRC, è dare una mano per risolvere questi problemi” spiega. “Donare mi dà un senso di vittoria, di soddisfazione, di impegno per qualcosa. I tumori non sono stati sconfitti, ma un giorno lo saranno; anche grazie al contributo di AIRC” conclude Franca. “Posso dire che ciò mi rende felice: un po’ come aver fatto qualcosa per me stessa facendo bene agli altri.”

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