
Nel 1998 la vita di Roberta cambia per sempre. Sua madre Ausilia, biologa e insegnante di chimica e biologia, si ammala di tumore alle ovaie, poi diffuso al fegato e si spegne a 56 anni dopo aver lottato con coraggio. «Mamma era una grande combattente. Ha lottato con la testa, più che con il fisico, fino a quando ha potuto», ricorda Roberta. Ausilia aveva una profonda fiducia nella ricerca scientifica e avrebbe voluto partecipare a programmi di terapie sperimentali, ma purtroppo non ne ebbe il tempo.
Quella perdita segna profondamente Roberta. Negli anni, il desiderio di tenere viva la memoria della madre cresce e si trasforma in una decisione concreta: fare qualcosa che contribuisca al progresso della ricerca oncologica, proprio come lei avrebbe voluto.
Roberta ha 54 anni, vive a Milano e lavora in una multinazionale. È una donna piena di energia ed entusiasmo. Quando la si ascolta, è chiaro che il vissuto che ha alle spalle l’abbia resa attenta e sensibile verso gli altri. Adottata quando aveva appena sei mesi, è cresciuta in una famiglia che l’ha accolta con amore e alla quale oggi è profondamente legata.
Lo spunto per trasformare il proprio desiderio in azione concreta arriva lo scorso anno leggendo un articolo su Fondamentale, la rivista di AIRC. La storia della signora Carla, che ha lasciato a Fondazione AIRC il ricavato della vendita della sua casa. Quella storia l’ha colpita nel profondo. L’IFOM, l’Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare di Milano, dove il suo lascito sarebbe andato a supporto della ricerca, era stato fondato da AIRC proprio nel 1998, l’anno in cui Roberta a soli 27 anni aveva perso sua madre. Un segno, un gesto che sembrava destinato a lei.
«È stato come chiudere un cerchio», racconta. “Il mio appartamento a Milano l’ho acquistato anche grazie all’eredità di mia mamma. Ora, attraverso questo lascito, quel bene potrà continuare a generare valore, sostenendo concretamente la ricerca e lo studio di nuove cure.”
Dopo aver formalizzato le sue volontà presso un notaio, Roberta partecipa a una visita ai laboratori IFOM, insieme ad altri donatori. In quell’occasione incontra giovani ricercatori impegnati con passione nello studio di nuove terapie. Quella visita l’ha profondamente emozionata: “Ascoltare questi giovani scienziati mi ha fatto capire quanto sia fondamentale la ricerca. Senza di essa, non andiamo da nessuna parte. La qualità della vita dei pazienti sta migliorando grazie a questi studi. Senza dubbio, ho preso la decisione giusta.”
Così, con un lascito testamentario, Roberta ha deciso di donare a Fondazione AIRC la sua casa di Milano, in memoria di sua madre Ausilia, e il contributo della vendita dell’immobile sarà destinato proprio ad IFOM.
“Sono felice e convinta della mia scelta,” mi dice Roberta. “Credo che chiunque abbia la possibilità dovrebbe fare lo stesso per aiutare la ricerca.